Premiato all'ultima edizione dell'Inlaguna Film Festival, il film di Shengze Zhu ci mostra il paesaggio di Wuhan nella sua incessante trasformazione, mettendo a fuoco gli spazi lividi e a tratti disumanati raccolti attorno al fiume Yangtze, dopo la prima ondata di pandemia.
Oltre la superficie del biopic sulla cantautrice francese Barbara, Amalric espone il proprio sguardo e dà corpo a una realtà pluridiscorsiva, fatta di reenactment, appropriazioni di corpi e, soprattutto, di ricordi.
Kiwi Chow offre un'opera militante che, inquadrando i tragici eventi di Hong Kong del 2019, tenta di invocare un aiuto e chiama alla rivoluzione, attraverso una quantità esorbitante di immagini prodotte da chi la rivoluzione l'ha vissuta per strada. "A film by hongkonghers".
Tra i titoli più interessanti passati per l'ultima Mostra del Cinema di Pesaro, il mediometraggio di Jennifer Rainsford emerge raccontando di un disastro naturale tra i più importanti della Storia e, insieme, di rinascita e legami universali.
Per Joachim Trier, Oslo è sempre il luogo di percorsi compromessi, desideri inesplosi, bivi esistenziali, soprattutto in questo titolo, cuore impressionista del grande mondo emotivo dell'autore danese.
Introduction, come tutto il cinema di Hong Sang-soo, sta tra il sogno e la veglia, tra il ricordo e la dimenticanza, tra la realtà e la finzione, ma, in particolare, abita l'amore e l'autenticità.
Esce ora nelle nostre sale l'esordio al lungometraggio di Gu Xiaogang, primo capitolo di una trilogia che guarda alla tradizione pittorica cinese per addensarne la ricerca del dettaglio e la qualità esplorativa nella sua immagine cinematografica, e dotando quest'ultima della capacità trasformativa del tempo.
Giunge in sala l'ultimo film del regista norvegese Joachim Trier, che dopo il thriller (Thelma) e il dramma internazionale (Louder than bombs), torna a Oslo per raccontare ciò a cui si sente più vicino, il bisogno dei giovani di aggrapparsi alla vita
Premiato a Cannes 74 col Label Europa Cinemas, l'ultimo film di Jonas Carpignano riparte dalla geografia dei due lungometraggi precedenti, quella di Gioa Tauro, adottando stavolta lo sguardo di un personaggio che non vuole soccombere al male endemico della sua terra.
Nella cornice del Bifest 2021, Leos Carax ha presentato in anteprima italiana Annette, premio per la miglior regia a Cannes 74. Dopo Holy Motors, torna l'ossessione dell'autore francese sulla natura del cinema, sulla sua immagine viva e lo sguardo sul mondo dello spettacolo.