Contro la spettacolarizzazione della guerra, il film di Ang Lee si focalizza sul dramma del singolo soldato e sulla necessità di tornare a percepire la realtà che lo circonda.
Dopo il più grande flop della sua carriera, Shyamalan viene a patti con la presenza divistica di Will Smith in un film che, nel bene e nel male, segna il ritorno al suo cinema più personale e maturo.
Sospeso tra dimensione politica ed esistenziale, il secondo film di Mitchell è un complesso racconto di formazione sul passaggio all'età adulta in un contesto privo di sostegno sociale e familiare.
Scorsese parte dalle coordinate storiche del Seicento ma realizza un'autobiografia spirituale, dando forma al suo travaglio interiore di uomo del Novecento.
Nuovo tassello di una cultura pop sempre più impegnata a raccontare una prospettiva black, la serie di Donald Glover è un sorprendente viaggio di sperimentazione televisiva e riflessione politica.
Tra Kurosawa e Aldrich, quello di Gareth Edward è il miglior omaggio possibile al capostipite del '77, epopea fatalista in equilibrio tra nostalgia e rivisitazione bellica.
Con un finale di grande impatto, la serie HBO dimostra tutto il valore della sua formula, odissea oscura che si muove tra il gioco virale e i canoni della fantascienza più matura.
Ora su Netflix, la serie cult di Brooker prosegue con coerenza il suo racconto tecnologico, ponendo al centro, ancora una volta, il rapporto anzitutto visivo tra i suoi spettatori e il mondo digitale.