Dopo l'avanguardia dell'ottavo episodio, l'immaginario mitico di Twin Peaks si concretizza su un navigatore digitale, il luogo poetico collima nella sua controparte digitale.
La terza annata della creatura di Noah Hawley conferma tutte le qualità cui ci ha abituato in passato e rilancia una riflessione sul rapporto verità/finzione attraverso le maglie della favola morale.
Allieva della film.factory di Bela Tarr, Aleksandra Niemczyk esordisce con un film evocativo e dal grande fascino visivo costruito attorno alla figura della famosa veggente dei Balcani.
«Questo festival è come un film» - Presentato a Roma il programma della nuova edizione, che si preannuncia variegato e consapevole delle nuove sfide della realtà festivaliera.
All'ultimo rapporto con Hollywood, Paul Verhoeven confeziona per la prima volta un film efficace ma tendente al vuoto, fedele ad alcune delle sue ossessioni ma privo di una personalità forte.
Con un film "maledetto", ricco di elementi forti ma mai vacuamente provocatori, Verhoeven si avvicina all'immaginario hollywoodiano reinventandone protagonisti e situazioni.
Serialità e fumetto in un incontro allo stato dell'arte, un adattamento al di fuori di ogni standard finalmente libero di lavorare sulle proprie forme narrative e stilistiche.
Ultimo dei tre adattamenti lovecraftiani prodotti da Corman, il film di Haller non riesce a restituire l'atmosfera e i toni del racconto, né a creare un percorso autonomo che ne prenda il posto.
Il sentimento del contrario secondo Raphael Bob-Waksberg, ovvero perché lo show targato Netflix è diventato una delle migliori (e più dolorose) serie degli ultimi anni.
Oltre i riferimenti letterari e la contaminazione con il war movie, il film di Vogt-Roberts segna l’ulteriore passo avanti di un cinema sempre più autosufficiente nei confronti dell'umano.