Con il suo spinoff Ron Howard costruisce un appassionante avventura spaziale che conferma il primato assoluto della sala come modalità di fruizione filmica.
Fin dall'assunto iniziale, Ghost Stories viene meno al patto di fede autore-spettatore, dileggiando il legame etico tra i due termini in nome del colpo di scena finale.
La rilettura del classico del 1974 da parte del cannibale Eli Roth si sviluppa a partire da una normalizzazione dell'originale, pur chiamando in causa alcuni aspetti oscuri del contemporaneo.
Fra foreste, dirupi e cascate, Lara Croft torna tramite il digitale al suo DNA originario (il codice binario) ma fallisce il dialogo con il mondo contemporaneo.
Il primo blockbuster di Netflix si muove tra istanze fantastiche e genere poliziesco senza la benchè minima forza per essere ricordato dagli spettatori
Il tronfio classicismo di Joe Wright rilegge le vicende inglesi del Maggio 1940 non riuscendo, però, a porre gli eccessi retorici ed il gigantismo di Churchill al servizio della narrazione.
Inno alla spettacolarizzazione della vita, il film di Michael Gracey è un caleidoscopio di visioni costruite sullo straordinario physique du role di Hugh Jackman.
Come in una dinamica di diritti e rovesci, il film di Janus Metz alterna passato e presente dei due tennisti attraverso una narrazione misurata e dai toni contenuti.