Come in una dinamica di diritti e rovesci, il film di Janus Metz alterna passato e presente dei due tennisti attraverso una narrazione misurata e dai toni contenuti.
Donato Carrisi trasfigura le sue parole in immagini, inquisendo attraverso il grande schermo la banalità del male (mediatico) che infierisce sul nostro tempo.
Scheggia impazzita dell'universo cinematografico Marvel, grazie a Taika Waititi il dio asgardiano diventa il baricentro di un'opera a strati sulla confusione tra apparenza e sostanza.
Noah Baumbach torna a parlare di rapporti conflittuali fra padre e figli in una pellicola che si direbbe quasi il seguito più adulto ed ironico del suo ''Il Calamaro e la balena''
Sono la frammentazione e la distanza tra le singole sequenze a trasformare il terzo film di Alfredson in un interessante ibrido che spezza lo schema del poliziesco classico.