Dopo il disastroso Apocalypse non si risolleva l’universo mutante della Fox, che si chiude con un capitolo debole e privo di idee.

Qualcosa di nuovo sul fronte occidentale. Peter Jackson assieme alla BBC per la pratica dell’archiveology.

Bonello rilegge lo zombie-movie attraverso la cultura haitiana. Il corpo zombificato diventa corpo storico attraverso cui rivivono i fantasmi dell’orrore schiavista

A differenza di "Bohemian Rhapsody", il nuovo film di Dexter Fletcher persegue l'estetica anti-naturalistica da musical e trasforma il flirt con il fantastico e l'immaginifico nel cuore della messa in scena.

Almodóvar svela se stesso a modo suo, raccontandosi in un film fatto di spazi chiusi che si rivelano luoghi infiniti di memoria, sentimento e creatività.

L'ultima opera di Jia Zhangke è un viaggio nella storia della Cina e lo straordinario ritratto di una donna che la attraversa.

In pausa dalla Marvel, James Gunn produce questo ritorno alla satira del superomismo. Ma il Superman malvagio di David Yarovesky è un'idea senza un film.

Tempus fugit, l'amore anche. L'opera seconda di Makoto Shinkai rimane la summa della sua poetica: decadente, elegiaca e di indissolubile malinconia.

Interessante caso di slow cinema, "Takara" è un'opera che vive di dilatazioni, di puro godimento del semplice svolgersi delle cose.

In perfetto equilibrio tra parossismo visivo e fiducia nel personaggio, Parabellum è l'episodio più bello visto nella saga, quanto di meglio si possa chiedere oggi al genere duro e puro.