Fotografare la realtà, ma attraverso il filtro della speranza e della forza. Ne abbiamo bisogno? Sì, ci potete giurare. Benvenuta semplicità, bentornato Mr. Loach.
Rievocando alla lontana un grande classico di Peter Chan, il film di Celine Song assorbe "una certa tendenza" che ha reso il cinema coreano sempre più pregiato: inquadrando l'amore come movimento sottocutaneo e perseguendo la via dei piccoli movimenti anche di fronte all'incontro col destino.
Un gesto di fede dovuta, un’ulteriore scavo nella nascita mostruosa di una nazione, un affresco che riporta l’immagine del cinema americano a forme di epica e classicità perdute. L’occhio si spalanca.
L'opera del norvegese Kristoffer Borgli è una satira tagliente ed efficace sul narcisismo e sul patologico bisogno di essere visti nella società contemporanea
L'estremo controllo formale e la consueta moltiplicazione di vicende e personaggi al servizio di un cinema che sembra adagiarsi su se stesso, e in cui sempre più latita emozione e sorpresa.
Stretto tra il riconoscimento dell'Orso d'argento e le recentissime accuse di molestia nei confronti del regista, arriva in sala l'ultimo, testamentario e comunque leggiadro, apertissimo, film di Garrel.
Manipolando a piacimento le forme massime del capitale hollywoodiano, Nolan firma un blockbuster antispettacolare sull'ossessione scopica e la costruzione dell'immagine atomica, "meridiano bianco" che è assieme limite e punto di discontinuità. Film che resterà, è una delle grandi opere di questi anni.