Esordio nel lungometraggio di Mike Mills, Thumbsucker è un riuscito racconto di formazione ma anche una riflessione sulle storture della società americana contemporanea.
Il diorama notturno di Bonello inscena un attentato compiuto da ragazzi normali: fatti di carne e sentimenti, contradditori e inafferrabili esattamente come il reale.
Il film sull’Olocausto di Verhoeven è una falsa pista che rende la memoria un macguffin per costruire un meccanismo di genere, una sontuosa danza di apparenze senza sguardo etico né problemi di gusto.
All'ultimo rapporto con Hollywood, Paul Verhoeven confeziona per la prima volta un film efficace ma tendente al vuoto, fedele ad alcune delle sue ossessioni ma privo di una personalità forte.
Dopo lo “scandalo” Basic Instinct, Verhoeven mette in feroce parodia trash la favola e la catastrofe. Tragedia ridicola dell’America dentro un «musical contemporaneo» in topless.