Alla riscoperta di uno dei rari horror finlandesi, con un’opera preziosa, al confine fra documentario etnografico e ombre espressioniste.

Fessenden torna al gotico di Shelley e firma un adattamento brillante del suo Frankenstein, rilettura contemporanea che intreccia le trasformazioni del corpo con il taglia e cuci del cinema e dell'immagine contemporanea.

I registi di "Goodnight Mommy" tornano ai temi a loro cari con un horror estremamente rigoroso ma più convenzionale.

Il guardiano incatenato: il mito di Prometeo ai confini dell’abisso, luce tra le tenebre della ragione

Sulla scia di "The Witch", ma con personalità, finezza e talento.

Zombie torna agli albori del suo cinema e cerca una chiusura alla saga della famiglia Firefly, ma l’operazione ha il retrogusto amaro di un innocuo déjà-vu infarcito di facce già viste, battute già masticate, bossoli già esplosi.

L'esordiente Josh Lobo parte da un'intuizione semplice ed essenziale e dà vita a un piccolo horror indipendente tra paranoia e ambiguità.

Un carnevale rovesciato con l’iconica sposa Samara Weaving.

Il film tratto dall'omonima space opera di Martinson incastra l'umano tra fantascienza e cinema d'osservazione.

Al suo secondo lungometraggio, l’irlandese O’Malley sceglie la via del gotico classico, puntando più sulla forza delle immagini che sulla geometria dell’intreccio.