Il primo documentario di Guillaume Brac conferma la sensibilità unica del regista francese, dimostrandosi un mezzo congeniale per veicolare temi e figure a lui cari
Più che un documentario musicale, Assayas realizza una vera e propria deriva situazionista, i cui presupposti originari si possono rintracciare in un memoir dato alle stampe l’anno precedente.
Alla ricerca della complessa luminosità emanata da ciò che esiste, Olivier Assayas firma un film di piena libertà che raggiunge gli universali passando attraverso la vita.
Il secondo lungometraggio di Kelly Reichardt è un'opera con le caratteristiche dell'aesthetic of slow che immerge lo spettatore in un paesaggio post-industriale, sfondo ad una critica al neoliberismo americano.
Dead pigs è una promettente opera prima che sfugge a stereotipi e aspettative, un ibrido iconoclasta che è qualcosa di più della somma delle sue parti.
Nel suo film d'esordio Chloè Zhao guarda già alle Badlands, agli spazi desertificati e morenti che torneranno in The Rider e Nomadland, come luogo in cui riconoscere una casa e verso cui esprimere un moto d’amore.