Dal progetto fallito del Dark Universe nasce uno dei grandi horror di questi anni, magnifico meccanismo di tensione che gioca con lo sguardo e il non-visto ma inchioda al muro i veri mostri del contemporaneo.
Il nuovo libro del critico Bocchi è uno strumento analitico prezioso e assieme un gesto d’amore, un lavoro attento che offre coordinate e sistemazione critica a un genere troppo spesso privato della sua organicità.
Dopo Rogue One un altro spin-off capace di unire personalità e fedeltà al mito, la storia un padre e una figlia in fuga da un passato di sangue e diretti verso un “mondo perfetto”.
Dopo un lungo sodalizio con Soderbergh, lo sceneggiatore Scott Z. Burns torna alla regia e firma un solido esempio di cinema d'inchiesta, fedele alla tradizione liberal e sorretto dall'ennesima ottima interpretazione di Adam Driver.
Cronenberg adatta De Lillo con fedeltà assoluta, confrontandosi con la smaterializzazione del reale e la crisi del mondo occidentale e dei suoi elementi costituenti, a partire dal linguaggio.
Scorsese firma con l'inchiostro digitale di Netflix il suo film-testamento e l’ultimo grande film del Novecento, incongruenza tardiva che stride con la cronologia e le logiche del contemporaneo e che eppur (r)esiste.
Abbandonando l'horror a favore del dramma famigliare, Trey Edward Shults firma un film pienamente figlio del suo tempo e del rapporto tra le nuove generazioni e le loro immagini.
Shia LaBeouf si confronta con i fantasmi della propria infanzia in un film fortemente autobiografico, arroccato sull’estetica indie più convenzionale e preconfezionata ma comunque sincero, vitale, emozionante.
Il cinema sociale di Guédiguian torna alla sua città di Marsiglia e guarda da vicino la crisi di una famiglia alle prese con le sfide del tardo capitalismo.