Un disaster-movie estivo scisso a metà, in cui le scene più spettacolari arrivano come aria fresca ad alleggerire un racconto piatto e spesso retorico, diverse volte oltre il limite del melenso
Un feroce e pantagruelico attacco al sogno americano ma anche un’acuta riflessione sulla spettacolarizzazione dell’eccesso e sul potere seduttivo del capitale