Interamente costruito sul volto di Renée Zellweger, Judy si afferma come un veicolo da Oscar per l'attrice americana e sceglie la via della semplificazione più tradizionale.
Il secondo progetto da regista di Edward Norton è un film schizofrenico che si affida alla musicalità delle parole ma si limita a un lavoro di pulizia maniacale che ne annienta ogni volontà sovversiva.
Pur ponendolo a confronto con il peso di spettri e assenze, Vince Gilligan concede a Jesse Pinkman la quadratura del cerchio e la possibilità di una nuova vita.
La spy-story con Gong Li allontana lo sfondo della Storia e trasforma i personaggi in pedine di una scacchiera perfettamente in ordine e prive di ogni slancio vitale.
I primi due episodi diretti da Stefano Sollima rielaborano il materiale di partenza e lo trasformano in un denso congegno narrativo che centra il proprio obiettivo.
David Michôd firma un originale Netflix che ringiovanisce il materiale di partenza ma ne appiattisce le potenzialità e le dinamiche potenzialmente più forti.
Realizzato e impacchettato per essere diverso dai tradizionali cinecomics, il film con Joaquin Phoenix vince il Leone d'Oro ma è incapace di creare inquietudine e di andare oltre la superficie.
Il film con Kristen Stewart inizia ricreando l'incidente tra le fiamme sul set di Santa Giovanna ma perde progressivamente il fuoco vitale di cui avrebbe necessitato
Il libro del duo Dikotomiko seleziona narrazioni audiovisive italiane e straniere che rappresentano l'esistenza di gruppi neonazisti e neofascisti e in cui emerge il lato più oscuro del presente.
Presentato al Pesaro Film Festival, il film di Aleksandra Strelyanaya è una fiaba che indaga gli spettri oscuri dell'animo umano.
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