Nonostante i rimaneggiamenti Warner inflitti per richiesta del fandom, il film di Ayer riesce a conservare in tutta la sua incoerenza una personalità distinta rispetto agli altri cinecomics
Accolto nell'ira del fandom, il reboot tanto vituperato si rivela una commedia modesta e sottotono, indecisa tra la fedeltà al modello e un timido istinto di rinnovamento.
Il tredicesimo capitolo della saga cinquantennale raggiunge l’equilibrio tanto agognato dai film di Abrams e, finalmente, si torna a respirare aria di Star Trek.
Una linea rosso-sangue unisce questo The Purge al recente 13 Hours di Bay: due visioni eretiche, capaci di rappresentare le nuove coordinate del reale distopico in modo sorprendente. Cinema purissimo.
Yates firma un'arida riproposizione del personaggio, investito del ruolo di supereroe e intrappolato in un tono dark che ne soffoca ogni senso della meraviglia
Il primo “spaghetti western vampiresco iraniano” è una notevole prova d’autore che guarda ai vampiri per approdare ad una sincera riflessione sull’incontro tra solitudini.