L'esordio di Robin Pront è un'opera più programmatica che bella, in cui tutto è al posto giusto, funziona, ma sa troppo di atto di ribellione verso certo cinema festivaliero belga.
Il Re è nudo! Ovvero l'operazione cinica di un Michael Bay ormai stanco, che inscena una dinamica di disfacimento coesivo a fronte di una narrazione che vorrebbe rimettere in riga la saga.
Dotato di una verbosità che ne intacca l'efficacia visiva, il film di David Michôd prodotto e interpretato da Brad Pitt è un ibrido indeciso tra i vari registri e incapace di lasciare il segno.
Sicilian Ghost Story è un testo aperto che trasfigura il materiale sociale e politico in chiave favolistica, e che fa della propria sfrontatezza un motivo di forza.
Il grande classico di Verhoeven è un capolavoro di superfici pre-digitali in cui si gioca con i generi e si contamina la tradizione, mentre il piacere erotico si apre all'horror.
Dietro l'aspetto fantastico, sette minuti dopo la mezzanotte, stratifica la memoria comunicazionale di una società contando su un racconto che incanta lo spettatore
