Ralph Spacca Internet

di Phil Johnston Rich Moore

Il nuovo film d'animazione Disney si immerge nel mondo del world wide web aggiornando il mito della propria cosmogonia e raccontando, ancora una volta, una storia archetipica di cui non potremo mai fare a meno.

Ralph Spacca Internet - recensione film Johnston e Moore

Anche ai margini del Regno delle Principesse Disney c'è vita. Lo aveva dimostrato, 7 anni fa, Ralph Spaccatutto, l'antagonista di un videogioco arcade impegnato a provare ai suoi colleghi che sono le imperfezioni, i glitch e i disturbi nel sistema a strappare il cielo e a fornire vie di fuga in grado di aggirare i percorsi precostituiti. A dar vita alle nuove avventure di Ralph e Vanellope in Ralph Spacca Internet sono Phil Johnston e Rich Moore, lo stesso duo alle spalle di Ralph Spaccatutto e di Zootropolis. E si ritorna ancora in una sala buia o nel retrobottega di qualche bar, in cui pulsano le luci di tanti videogiochi che offrono ore e ore di divertimento a 8-bit. Questa volta, però, c'è una novità. A causa di un incidente al volante del suo arcade, Vanellope rischia di rimanere senza vita. L'unica soluzione è uscire dalla gabbia della sala giochi e immergersi nell'infinito universo di Internet, reso raggiungibile dalle autostrade virtuali inaugurate dall'arrivo del wi-fi. L'obiettivo è raggiungere Ebay, uno strano magazzino che vende oggetti in gran parte usati, e ordinare un articolo di ricambio per il videogame di Vanellope. Ma su Internet ogni cosa ha un prezzo, e quest'avventura potrebbe costare cara al forte sentimento di amicizia che lega Ralph e Vanellope.

Uno dei principali pregi di Ralph Spacca Internet è aver trasformato il mondo del world wide web in qualcosa di tangibile e di fisico. Come accaduto in Inside Out, anche il film di Johnston e Moore prova a rendere palpabile l'impalpabile. Nel film Pixar, toccava alle emozioni primarie e ai labirinti dei sentimenti assumere un volto e un aspetto; qui, il gigantesco universo di Internet è rappresentato come fosse un aeroporto del futuro. Metropolis, Blade Runner, la catena di montaggio Ford e King Kong sono i primi spettri referenziali che vengono in mente. Il caos nevrotico dell'universo digitale è riprodotto in ogni sfumatura. Infatti, a trovare spazio è sia Oh My Disney, il sito ufficiale del colosso americano rappresentato, ovviamente, come un gigantesco castello-parco di divertimenti che ospita al suo interno tutte le creature Disney, sia l'anfratto periferico del darknet, popolato da pop-up e malware con felpe e cappuccio.

Insomma, a scapito di un'elaborata costruzione narrativa, a far da padrone è l'elemento visivo. L'esplosione di colori e di tridimensionalità della CGI vanno a braccetto con il design dei personaggi secondari che popolano il mondo dei videogiochi arcade. Il nitido fulgore delle immagini si appoggia ad un racconto costruito su svolte prevedibili ma orchestrate in modo tale da agire sui giusti accordi emotivi di grandi e piccoli. Ma il luogo ideale in grado di elettrizzare maggiormente lo spettatore è proprio Oh My Disney, dove trovano posto i membri del Marvel Cinematic Universe e di Star Wars, Biancaneve, Cenerentola, Merida, Woody, Buzz e persino i pinguini di Mary Poppins. Come un Ready Player One di casa Disney, Ralph Spacca Internet abbatte ogni confine spazio-temporale e riallaccia le linee e i flussi costruiti nell'arco di quasi 100 anni per i propri spettatori.

Costruendo una memoria interna, il film riavvolge la propria cosmogonia di riferimento e la affida al sostrato del linguaggio universale per eccellenza. Il tema della ricerca di identità è comune a tutte le fiabe e l'universo Disney è chiamato in causa per aiutare Vanellope a trovare la propria via. Il coming-of-age della principessa sui generis chiede di accettare il tempo che passa come parte della propria identità e non come una torre che isola da un mondo distante e ormai divenuto incomprensibile. È in questo senso che Ralph Spacca Internet consente la convivenza di un nuovo contesto e delle sfide epocali Disney in cui si muove ciò che è eterno.

Autore: Matteo Marescalco
Pubblicato il 02/01/2019
USA 2018
Durata: 112 minuti

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