Focus Festival / Viaggio nei Festival cinematografici d'Europa

Dalla nascita della Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia nel 1932, il numero dei festival è andato via via crescendo fino a raggiungere i numeri vertiginosi di oggi, dove solo in Italia se ne possono contare migliaia, molti dei quali senza alcuna specificità. In questo panorama eterogeneo sempre più si fanno strada dubbi e perplessità circa l’effettiva rilevanza di tali eventi.

Con il suo nuovo Focus, Point Blank si inserisce in questo complesso dibattito con l’intenzione, da un lato, di alimentarlo ulteriormente, affrontando gli aspetti più spinosi – come la qualità delle selezioni, la funzione delle giurie, le strutture – ma dall’altro di scrutarlo criticamente, provando a spiegare le ragioni per le quali, nonostante tutto, i festival cinematografici hanno ancora una notevole importanza nelle politiche culturali dei paesi e nel mondo della settima arte. Lontano dalle visioni catastrofiste di coloro che prevedono (e si auspicano) la morte dei festival, proviamo a fare un bilancio complessivo, tentando anche di indicare possibili esempi positivi.

Oltre all’introduzione, che mette a fuoco alcuni aspetti cruciali – come la distinzione tra festival generalisti e festival tematici e/o focalizzati – gli articoli di questo Focus propongono un viaggio attraverso la storia dei festival maggiori, dalle origini fino ai giorni nostri, allo scopo di far conoscere ai lettori le caratteristiche predominanti di ciascuno di essi e di prevedere, almeno in parte, quale sarà il loro possibile futuro. Perché, nonostante nell’introduzione si sia cercato di dimostrare come gli esempi virtuosi vadano individuati in particolar modo tra le manifestazioni più piccole e coerenti, è evidente come non si possa prescindere dai festival più prestigiosi. Oltre a Berlino, Cannes e Venezia, abbiamo inserito un pezzo sul “giovane” festival di Roma, per molti destinato a diventare nel giro di qualche anno il primo festival italiano.

Ovviamente molte sono le realtà rimaste fuori da una ricognizione che nasce consapevole della propria, inevitabile, parzialità; c’è molto altro su cui è doveroso soffermarsi per portare avanti questo discorso, da eccellenze nostrane come Torino a poli internazionali come Locarno, Rotterdam, Toronto o il Sundance – per non parlare di realtà troppo spesso ignorate qui in Occidente come il Tokyo International Film Festival o il Busan International Film Festival –, e non è detto che da qui a qualche mese non si torni sull’argomento, pronti ad espandere un discorso forse solo agli inizi.

Buona lettura.

Autore: Matteo Berardini
Pubblicato il 07/08/2014

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