L’impronta di Whedon e un approfondimento dei personaggi in un film comunque troppo impegnato a bilanciare i temi e gli spazi dei suoi eroi per avere un'identità propria
Appesantito da una retorica politica ridondante e invasiva, il film di Kevin Macdonald sembra troppo interessato ad essere metafora di altro per funzionare come genere
Ancora una volta per Satoshi Kon il meta-cinema diventa lo strumento ideale per raccontare i propri personaggi e la loro pluralità esistenziale e psicologica.
Un racconto bellico di grande portata umanista, che fa luce su un aspetto poco noto della nostra Liberazione mentre ci riporta alla mente la ''grande guerra'' monicelliana
Quello di Fast and Furious è oggi il migliore e più autentico cinema d’azione hollywoodiano, un'evidenza confermata e rilanciata da questo settimo capitolo.
Invece che perdersi Into the Woods il film di Rob Marshall inanella con attenzione una canzone dopo l'altra, senza immettere alcun elemento autenticamente cinematografico.
Un lungo addio all’asfissia di un mondo digitale post-apocalittico in cui tutto appare già avvenuto, già trascorso e attivo nel generare conseguenze lontane continenti. Tranne l’amore.