A James Mangold non interessa tanto l’amore, quanto l’impegno e la necessità dello stare insieme. Il suo è un cinema adulto sulla coppia e sulla sua messa in scena.
Realizzato e impacchettato per essere diverso dai tradizionali cinecomics, il film con Joaquin Phoenix vince il Leone d'Oro ma è incapace di creare inquietudine e di andare oltre la superficie.
Prodotto da Amazon, il secondo biopic di Van Sant trova nella storia del cartoonist John Callahan una naturale prosecuzione dei suoi universi di outsiders della West Coast.
Audiard scommette sull'incursione western e ne esce vincitore, tornando a riflettere sulla violenza all'interno del rapporto tra wilderness e civilization.
Paul Thomas Anderson porta sullo schermo l’ipertesto di Thomas Pynchon. Nel confronto "impossibile" tra i due autori, risiedono fascino, tensioni e conflitti di un film-labirinto.
Perfettamente iscritto in geometrie hitchcockiane, il film più celebre di James Gray è una danza di doppi e di riflessi, uno scontro tra simulacri e realtà.
Gray chiude la sua trilogia criminale con una gemma poetica di rara forza, cinema che parla la lingua del classico e della grande letteratura ma pone sempre al centro di sé il cuore dei personaggi.
Un racconto di famiglie e riunioni familiari, il film più disperato di James Gray che tra Scorsese e Coppola continua a guardare alla magia del cinema di un tempo.