Dickinson

di Alena Smith

Per Apple Tv+, Alena Smith si appoggia sulla storia di Emily Dickinson per dar vita a una period comedy volutamente anacronistica e disimpegnata, pensata per un pubblico adolescente.

Dickinson - recensione serie tv apple tv plus

Fra le proposte della nuova piattaforma streaming Apple Tv+, Dickinson si presenta come una commedia storica pensata per un pubblico adolescenziale. La serie ruota intorno alle vicende di una giovane Emily Dickinson, dipinta in modo volutamente anacronistico come un’adolescente moderna alle prese con famiglia, amici, amori, aspirazioni professionali e con tutto il pacchetto di situazioni previste da un classico teen drama. Si tratta di uno show che si vorrebbe (ed è sicuramente così che viene descritto dalla maggior parte del discorso promozionale e mediatico) irriverente e rivoluzionario ma verso cui, in realtà, l’occhio dello spettatore televisivo, così come cinematografico, è già da tempo bendisposto grazie alla lunga serie di sforzi di rimodellamento e allargamento della rappresentazione televisiva fatti negli ultimi anni.

Girls, il dramedy per eccellenza con protagonista una giovane aspirante scrittrice che filtra e rielabora attraverso la scrittura la storia del proprio quotidiano, seguito dal più recente Jane the Virgin fanno, in modo più o meno esplicito, da modello alla costruzione del personaggio di Emily, anche se qui la scrittura sembra farsi più attributo del personaggio che essenza. Gli episodi sono generalmente ispirati ad alcuni componimenti della poetessa, costruendovisi intorno in modo un po’ posticcio, e l’interpretazione televisiva del letterario spesso coincide con la semplice operazione di mettere in scena il pretesto aneddotico che spingerà di volta in volta Emily a mettersi a scrivere. Della scrittura viene abbracciato, forse, in questo senso, più l’immaginario che spesso circonda gli adolescenti che vi si appassionano, specie se donne. Ed è così che lo show curato da Alena Smith si impegna a ridare colore al topos della ragazzina stralunata, fantasiosa, affascinata da un’altra profondità rispetto a quella delle questioni più pratiche e convenzionali, avvicinando la Emily di Dickinson agli universi narrativi dalle atmosfere dark e magiche di Le terrificanti avventure di Sabrina e Hill House (quest’ultima se consideriamo la rivalutazione degli ultimi anni dell’opera di Shirley Jackson colma di adolescenti distratte e sognanti, in contatto con una regione oscura dell’esistenza).

Vi è sicuramente un riferimento all’ondata di lavori soprattutto cinematografici (ma anche accademici) che incoraggiano un ripensamento del ruolo e della presenza femminile nel letterario (una lista esaustiva dei film usciti negli ultimi anni sarebbe troppo lunga, basti citare il bellissimo Piccole donne di Greta Gerwig), un legame che prende la forma della riflessione storica insita al period drama e diventa facilmente occasione polemica o critica rispetto a oppressioni, incomprensioni od omissioni di diverso genere a danno delle donne da parte del discorso dominante. La scelta di esplicitare la natura erotica del rapporto di Dickinson con la cognata, sostenuta da alcuni accademici e fonte di ispirazione per diverse riletture letterarie o cinematografiche, rientra sicuramente in questo quadro. Citiamo, ad esempio, la raccolta di poesie Taking Off Emily Dickinson's Clothes di Billy Collins e due adattamenti cinematografici concentrati sulla relazione della Dickinson con Susan Huntington Gilbert Dickinson: A Quiet Passion del 2016 e Wild Nights with Emily del 2018. La novità della serie Apple Tv+ sta nel raccontare la relazione in tutta la sua incompatibilità con la norma dell’epoca ma attraverso i toni intensi, spensierati e smemorati dell’adolescenza.

E sono probabilmente questi toni leggeri e irriverenti che la serie si preoccupa di esibire in più occasioni che l’avvicinano all’atteggiamento che show (pur decisamente più solidi) come True Blood e The Magicians mostrano verso il genere d’origine e il suo immaginario, dove l’attenzione, lontana dall’accuratezza storico-letteraria, è rivolta invece verso le forme e i modi di rappresentazione e percezione di alcuni personaggi letterari o appartenenti alla cultura generale. Questo senza contare altre somiglianze con le due serie citate, come la leggerezza liberatoria dei toni con cui si parla di sessualità, l’apertura al queer e l’evidente portata metaforica del discorso principale della serie. La sessualizzazione e la “poppizzazione” fatta per le figure del vampiro o del mago ora viene riservata alla ragazza solitaria con vocazione letteraria. Operazione incoraggiata anche dalla critica americana, specie su Vulture, che soprannomina il personaggio “Sexy Dickinson.” La Emily di Dickinson è un’adolescente capricciosa, eccitata, curiosa, appassionata, disobbediente che ha una relazione con la ragazza del fratello, che si traveste da uomo per andare ad assistere a una conferenza scientifica dove le donne non sarebbero ammesse, che si fa di oppio alle feste organizzate in casa in assenza di genitori e fuma in una carrozza con la morte interpretata da Wiz Khalifa.

Lo show Apple Tv+, a seconda dei punti di vista, risulta molto sconsiderato o molto pigro ma è, in ogni caso, molto furbo se non altro per la trasparenza dei propri anacronismi e del proprio target. La portata critica della ricostruzione storica è semplicemente suggerita e le potenzialità storiche, sociali e letterarie dell’universo che ruota intorno alla figura di Emily Dickinson usate a fini in un certo senso semplicemente scenografici per rendere più accessibile (leggasi più “sexy”) il personaggio a un pubblico giovane cui viene regalata una period comedy perlomeno moderna e distesa.

Autore: Irene De Togni
Pubblicato il 27/02/2020
USA 219
Regia: Alena Smith
Durata: 1 stagione da 10 episodi

Articoli correlati

Ultimi della categoria