La mia vita da zucchina

Con Claude Berras lo sguardo dei bambini si posa senza filtri su un mondo crudo ma reale, sorretto nei minimi dettagli da una grafica raffinata e malinconica.

C’è un mondo che abbiamo visto tutti ma che pochi ricordano. Quando gli adulti erano di un’età indecifrabile, altissimi, seri ed austeri. E’ il mondo dei bambini, dell’infanzia perduta e mai veramente dimenticata. E’ il mondo di Icar detto anche Zucchina, protagonista del primo lungometraggio di Claude Berras, vincitore di numerosi riconoscimenti e candidato al premio Oscar.

Tratto dal romanzo di Gilles Paris e sceneggiato da Celine Sciamma (Tomboy), La mia vita da zucchina narra la storia del piccolo Icar: grandi occhioni espressivi e capelli blu, costretto a vivere in una casa-famiglia, con un padre venerato come un supereroe su un aquilone e una madre che soffre di alcolismo. Con un’animazione in stop motion che incanta per la profondità e la cura dei dettagli, il regista stupisce per la sua capacità di raccontare una vicenda dal punto di vista dei bambini senza mai abbandonare l’angolazione dal basso. Le paure e le convinzioni, le storie da nascondere e quelle da raccontare sottovoce, la scoperta del sesso e della violenza, le regole autoimposte dei piccoli, il genuino stupore per la crudezza del mondo fuori dall’istituto, in contrapposizione con il mondo della casa famiglia, guscio protettivo, fertile d’amore. Zucchina appena arrivato all’istituto subisce episodi di bullismo e affronta grandi difficoltà; poi trova una nuova famiglia, fra altri bambini che come lui hanno alle spalle situazioni difficili, crude e veritiere. Espulsioni, prigionia, violenze, alcolismi, problemi psichici e rapine, la crudezza e la realtà dei temi contrastano con la scelta di un stile animato dolce e naïve. Un cartoon in stile Tim Burton che per la complessità dei suoi 70 minuti di storia ha richiesto due anni di lavorazione, circa sessanta diversi set e 54 pupazzi con tre diversi tipi di costume.

«Siamo tutti uguali qui, non c’è più nessuno che ci ama» dice un amichetto di Zucchina. E’ la realtà nuda e cruda così come è vista dagli occhi di un bambino del centro, un esempio di come questo gioiello dell’animazione riesca a far piangere e sorridere, a riportare i sentimenti al loro posto, l’amore per tutti al gradino più alto, il sesso per glorificare l’amore, l’amicizia al centro del cuore. Grazia e leggerezza si amalgamano in un’armonia radiosa e poetica, dove i contrasti fanno sorridere ed evocano situazioni vere con personaggi trasfigurati in figure simili a pupazzi.

Sophie Hunger cura la colonna sonora e contribuisce alla piena immersione nell’universo infantile del film: le musiche s’infilano come dei suoni naturali, parti vitali di quel mondo sognante e lontano. Se la vita vera avesse quella poesia, quell’incanto e quella lieve ingenuità, il mondo sarebbe un posto migliore. E tutti saremmo un po’ più bambini.

Autore: Shaila Risolo
Pubblicato il 04/05/2017

Ultimi della categoria