The Fighters - Addestramento di vita

La fine del mondo raccontata come un'esperienza sorprendentemente vitale

Voi ci credete alla fine del mondo? Il finire di un millennio ha portato con sé la solita ombra incombente dell’Apocalisse che l’umanità ha sempre atteso, stavolta provocata non da una divinità ma dagli stessi esseri umani, a causa della distruzione della Terra perpetuata in nome dell’avidità. Negli ultimi anni, a partire dalla tragedia dell’11 Settembre, la conoscenza mediatica di tsunami, disastri nucleari, attacchi terroristici, unita all’ecosistema del pianeta gravemente compromesso, ha prodotto una comprensione fatalista e quasi rassegnata di quante speranze siano rimaste alla prossima generazione. Ma più della constatazione morale di quando sia difficile riuscire a contrastare in generale l’umana pulsione autodistruttiva, è l’esperienza pratica, quanto mai attuale, di non potersi costruire un futuro neanche all’interno della propria minuscola quotidianità, che pesa sugli spiriti. Mancanza di lavoro, crisi economica, uno scenario deprimente a cui solitamente si può reagire o facendo finta di niente, vivendo alla giornata con la speranza di rimanere a galla, o lottando per impedire il disastro, o uno strano miscuglio di entrambe le tendenze, rinvenibile in esistenze contraddittorie ma sottilmente speranzose di potercela fare prima o poi.

The Fighters – Addestramento di vita propone una terza via: accettare l’imminente catastrofe e prepararsi minuziosamente ad essa. Madeleine è certa che la fine del mondo è vicina, pertanto ha accantonato qualsiasi prospettiva esistenziale per imparare solo a sopravvivere in qualunque situazione critica. Cioè che le interessa è combattere, ed è in questo stato d’animo scarmigliato e violento che la vede Arnaud per la prima volta. I due si affrontano in un scontro diretto su una spiaggia d’estate, incitati da un gruppo di ragazzi, e in seguito il ragazzo, che collabora con il fratello maggiore al consolidamento dell’azienda di famiglia, deve effettuare un lavoro per i genitori di lei e la ritrova in piscina presa a nuotare ossessivamente secondo una particolare tecnica di combattimento. Attratto suo malgrado dall’energia frenetica di Madeleine, Arnaurd arriva a seguirla in un corso preliminare di addestramento militare in mezzo a una foresta, scoprendo assieme a lei cosa può davvero significare la fine della civiltà.

In una vignetta dei Peanuts Charlie Brown consiglia a Lucy di provare a vivere come se il giorno odierno fosse l’ultimo. Per tutta risposta la nerochiomata bambina pestifera inizia a urlare disperata, ed è comprensibile: se fossimo davvero improvvisamente al termine dei nostri giorni non potremo non fare altrettanto. Anche se ormai è impossibile non prendere in considerazione le condizioni precarie del nostro pianeta, è piuttosto facile tenerne a distanza il pensiero. Madeleine comprende che nella vita militare si preferisce spingere i soldati al sacrificio di sé, che è esattamente la cosa contraria al suo desiderio. Lei desidera prepotentemente vivere, anche se in questo percorso esclude tutti gli elementi che possono arricchire l’esistenza. Il rapporto conflittuale fra Arnaurd e Madeleine si sviluppa all’insegna di una crescente vitalità cui fa eco il medesimo istinto della natura, presenza sostanziale nel film, di lottare contro una fine che chissà, forse potrebbe arrivare davvero.

The Fighters – Addestramento di vita è un’opera atipica, che sa passare con disinvoltura dalla storia d’amore al racconto militare, sfociando in un potente tributo alla pienezza della vita. I due protagonisti avanzano dentro uno spazio naturale progressivamente vuoto e selvaggio, acquistando la consapevolezza del proprio corpo e della propria mente quali ultimi esemplari umani in un mondo che sembra davvero sul punto di collassare. Il pensiero della morte provoca spavento, angoscia, ma anche un laterale senso di assoluta gioia per l’essere ancora coscienti e attivi; ed è di questa liberazione, sempre ai margini del collasso, che il film sa prendersi carico, con la stessa energia eversiva dei suoi personaggi smarriti e felici.

Autore: Veronica Vituzzi
Pubblicato il 15/04/2015

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