Barbecue

Eric Lavaine firma una commedia francese frivola ma piacevole, uguale a tante altre senza colpo ferire

A volte, nell’imprevedibilità della vita, anche un attacco di cuore può diventare un evento positivo. Certo, basta sopravvivere. Qualcosa di simile è successo ad Antoine (Lambert Wilson), che alla soglia dei cinquant’anni si sente sempre più imbrigliato nei ritmi e nella routine di una vita ormai prevedibile al millimetro. La prima vera novità allora è proprio il suo colpo al cuore, uno stravolgimento che spazzerà via la noia e gli infonderà le energie e la volontà di dare una sterzata alla propria vita. Nessuna svolta salutista o zen però, per lui ripartire significa darsi all’edonismo del mangiare, del bere, del fumare. Basta con lo sport, meglio un buon vino e un barbecue con gli amici, no?

Eric Lavaine, a tre anni dall’insipido Benvenuti a bordo, ritorna nelle nostre sale con un’altra commedia tipicamente francese, incentrata sulle amicizie di un gruppo di borghesi alle prese con i problemi della mezza età. C’è la coppia separata, l’amico più introverso con problemi economici e quello più sempliciotto, la moglie e il marito alle prese con le difficoltà di un rapporto inaridito. Tuttavia nessuna di queste dinamiche genera vere problematicità, il registro di Lavaine è all’acqua di rose, in cui tutto alla fine si risolve, tutto è leggero e spensierato. Così in Barbecue si ride e si sorride, allietati dal mestiere degli attori (a volte troppo sopra le righe) e dai giusti tempi comici, ma nient’altro. Il limite del cinema di Lavaine è accontentarsi di questo, adagiarsi su di un racconto piacevole ma privo di ogni asperità o riflessione, in una mediocrità cui corrisponde uno stile registico piatto senza alcun guizzo creativo. Se non ha più senso oggi denigrare un film in quanto borghese, Barbecue non riesce comunque ad uscire dalla bolla fiabesca e sconnessa dalla realtà in cui vivono evidentemente i suoi protagonisti. Il risultato è che il parco tematico del film , il tipico passaggio alla terza età con tutti i ricondizionamenti che comporta, non offre nulla di originale o autentico.

A fare da eccezione, e rendere la visione del film di Lavaine comunque gradita nella sua leggerezza, è l’insistenza sul tema degli amici di una vita, vera famiglia allargata che abbiamo selezionato nel corso della nostra esistenza e della quale dobbiamo ricordarci l’importanza. Anche e soprattutto quando sembra ormai di essersi detti tutto, di conoscersi troppo, di essere intrappolati nelle stesse identiche situazioni. Perché, ci dice Lavaine, è proprio in questi momenti che dobbiamo cercare di apprezzare le persone che ci circondano e di vederle per il valore aggiunto che sono. Sempliciotta metafora della vita, un barbecue senza amici perde ogni significato.

Autore: Matteo Berardini
Pubblicato il 14/09/2014

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