Aquarela

di Victor Kossakovsky

Victor Kossakovsky filma a 96 fotogrammi al secondo un viaggio tra gli elementi acquatici del mondo per testimoniare la forza di una natura in forte cambiamento.

Aquarela - recensione film

Nel variegato Fuori Concorso di Venezia 75 troviamo Aquarela, diretto dal documentarista russo Victor Kossakovsky. Il regista, dopo essersi concentrato sul rapporto tra l’essere umano e lo sport in Grain de champion del 2016, qui è intento a dipingere l’essere umano perduto in mezzo ai titanici monoliti di ghiaccio che costituiscono il territorio scandinavo. Non a caso fin dal titolo Kossakovsky attribuisce all’acqua il ruolo di protagonista, ritraendola come un elemento in grado di creare una dimensione in cui l’uomo pian piano sparisce. Il risultato è un’esperienza visiva che coinvolge il pubblico, facendo appello alla sua capacità di registrare i movimenti, talvolta minimi, del mondo di ghiaccio attraverso le forme, i colori e i suoni. Qui l’essere umano diviene soltanto spettatore in una terra che non gli consente di agire in primo piano; egli è sempre piccolo e sperduto nella vasta landa del silenzio di ghiaccio: un silenzio che segue in realtà i ritmi del suono naturale dell’acqua, fonte di ogni esperienza dell’universo rappresentato.

Kossakovsky lavora sul ricordo del primitivo della natura e dell’uomo, un rapporto tra gli elementi che costituisce l’essenza nascosta e imprescindibile di questa pellicola, e utilizza la suggestione della magnifica potenza della natura per rivelarne le fragilità; il film non utilizza discorsi retorici per sollevare il problema dei mutamenti climatici ma è ancorato al solo linguaggio audiovisivo, chiaramente più vasto e più incline a far emergere la questione. La varietà degli elementi agisce coralmente come un’anima unica in eterno mutamento, inseguendo i cicli naturali e mostrando le sue capacità di comporre e scomporre i mari e i monti. Il regista sceglie di mostrare l’acqua senza sentire il bisogno di spiegare i processi nascosti e trasfigura le opere della natura racchiudendole entro la cornice tecnica dell’inquadratura, congelando il momento come se si trattasse di un dipinto: la pittura è sicuramente uno dei riferimenti principi di Kossakovsky, che la approfondisce attraverso la mostra di una tavolozza alquanto variegata e ricca delle sfumature del nord del mondo.

Aquarela è un’opera intrisa della consapevolezza dello scorrere del tempo, e la sua visione sospende il ritmo del quotidiano per far posto al flusso del ritmo della natura, sapientemente architettato: un flusso che mostra quanto il nord del mondo sia insieme spietato e spettacolare.

Autore: Giovanni Bottiglieri
Pubblicato il 03/09/2018
Gran Bretagna, Germania 2018
Durata: 89 minuti

Ultimi della categoria