Mara Fondacaro firma un esordio radicale, rigoroso e perturbante, che affronta archetipi profondi con intelligenza e misura e dimostra come sia possibile, oggi, raccontare l’orrore senza effetti, ovvero solo attraverso l’intensità dell’assenza.
Al suo esordio cinematografico, Phaim Bhuyin realizza un omaggio imperfetto ma viscerale dedicato a un quartiere brulicante di vita e contraddizioni culturali.
La profezia dell’armadillo di Zerocalcare arriva sul grande schermo senza, tuttavia, riuscire ad eguagliare quella profondità emozionale raggiunta dal fumettista di Rebibbia.