Westworld 2x01 - Journey into Night

La nuova stagione di Westworld è un nuovo inizio in un universo dove le vecchie finzioni non hanno più significato.

Con la morte di Ford, il senso e la logica di Westworld sono cambiati per sempre. Un vero e proprio cambio di paradigma, uno slittamento dalla comoda finzione del parco e delle sue attrazioni alla logica spietata della sopravvivenza e dell’odio, di cacciatori e prede. Dalla simbologia del labirinto, con il suo movimento verso l’interno, Westworld ora procede nella direzione della fuga verso l’esterno di un luogo ormai ostile, denso di livelli segreti e passaggi. Westworld, e gli altri parchi che ormai sappiamo trovarsi ai suoi confini, sembrano trovarsi su un’isola, e l’unica via di fuga per chi è intrappolato al suo interno è verso i suoi confini.

Journey Into Night è una puntata introduttiva che reintroduce tutti i personaggi e ci presenta le conseguenze rivoluzionarie del finale della scorsa stagione. Lo stile narrativo, per ora, è classico e antologico e pone le premesse per sviluppi futuri, su cui possiamo fare delle ipotesi. Ciò che è chiaro è che i protagonisti della storia sono cambiati profondamente in seguito al crollo di Westworld e della sua fantasia di potere. Ciascuno di essi ha nuovi obiettivi e nuove direttive chiave: Dolores vuole vendicarsi per la barbarie degli uomini ed assicurare la sopravvivenza della sua “specie”, mentre Maeve ha deciso di accettare una delle finzioni come la propria storia ed è decisa a tornare nel parco per salvare la “sua” bambina. Nel frattempo un altro essere umano sintetico, Arnold/Bernard, sta lentamente venendo a patti con la propria natura artificiale e sviluppando una profonda empatia per i propri simili; la sua natura duale, ponte tra uomini e sintetici, ne fa il candidato ideale per sostituire Dolores come narratrice principale e punto di vista privilegiato di questa nuova stagione. Anche gli altri personaggi della prima annualità tornano in scena, come l’Uomo in Nero e la sua nuova quest: dopo il Labirinto, il suo prossimo obiettivo è una misteriosa Porta che Ford ha preparato per lui.

Comunque sia, è chiaro che Journey into Night è innanzitutto la storia di tre esseri sintetici (Dolores, Maeve e Bernard) e delle diverse strade che percorreranno nel mondo. La natura delle cosiddette attrazioni è estremamente fluida e aperta a infinite ricombinazioni che vanno dal replicante al superuomo: per questo motivo è probabile che il resto della stagione indagherà tutte le strade della ricerca di senso da parte di creature ora libere, vertiginosamente libere, eppure ancora legate all’imprinting dei propri creatori e alla cultura artificiale in cui sono stati inscritti; alle proprie sceneggiature, se vogliamo. È il caso della figlia di Maeve o dell’ideologia western che permea quasi tutti gli host liberati nelle loro strade di sangue e redenzione. Una prima ipotesi sul futuro della storia, volutamente schematica, fa pensare alle tre alternative del genocidio dei padri, della pace e della sintesi tra uomini biologici e artificiali.

Il resto della stagione chiarirà queste possibili traiettorie narrative e, verosimilmente, fornirà risposte ad alcune delle domande dei fan e degli spettatori. Al di là del racconto in sé, la vera posta in gioco di questa seconda stagione potrebbe essere di natura formale: diventata adulta, Westworld deve rivelare la propria intima natura o soccombere di fronte al peso delle proprie ambizioni narrative. Il racconto proseguirà lungo i binari della storia complessa e multiprospettica, sul modello di Game of Thrones, o forse si lascerà sedurre da un’accumulazione infinita di misteri ed enigmi, come in Lost? Oppure l’obiettivo è ancora diverso? Per il momento Lisa Joy e Jonathan Nolan non hanno scoperto le carte, ma è chiaro che ad un episodio sostanzialmente lineare e tradizionale (con l’eccezione di una doppia linea temporale con protagonista Bernard) dovrà seguire qualcosa di più forte e la capacità di coinvolgere il proprio pubblico in una nuova avventura. Westworld è un colossale progetto transmediale che si sviluppa su più linguaggi, di cui la serialità televisiva è solo la pietra angolare. Un tale universo immaginativo può facilmente sfuggire di mano, a meno di focalizzarsi su emozioni o tematiche chiare. A giudicare dalle parole di Bernard/Arnold, le parole chiave di questo nuovo arco narrativo sono «libertà» e «realtà». Cosa è reale, cosa implica essere liberi? Essere reali, risponde Bernard, significa essere insostituibili, ma sappiamo che la riproducibilità nel mondo di Westworld è all’ordine del giorno. Un nuovo inganno, forse; una nuova tana del bianconiglio in cui tuffarsi e perdersi.

Autore: Alessandro Gaudiano
Pubblicato il 01/05/2018

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