Nomadica 2015 / Hyperion

«Ecco il nostro Iperione, è il frutto di quei giorni in cui le nostre anime erano una sola»

La Grecia, speculare terra di transiti, appendice sul mare oltre il Mar Ionio. Nella selezione di Rinaldo Censi per Nomadica sceglie due titoli che parlano della Grecia e del viaggio verso la penisola ellenica, titolando la mini rassegna interna: "Durerà, durerà il nostro cielo (viaggio in Grecia)". Archipels, granites de?nude?s di Daphné Heretakis e Hyperion di Maria Giovanna Cicciari ci trasportano su un tappeto di immagini, suoni, versi ed estratti letterari in quel luogo antico, terra di una cultura primigenia e punto di partenza e di arrivo per popolazioni in transito.

Hyperion nasce tra le pagine dell’omonimo romanzo poetico di Friedrich Hölderlin, nella corrispondenza che il poeta tedesco instaura con Susette Gontard, uno scambio epistolare di un amore passionale e nascosto, un amore sfuggente ed illegittimo in quanto Susette si trovava sposata con il banchiere Jakob Friedrich Gontard. Con la stessa dedica del secondo volume dell’Hyperion (A chi, se non a te?) si apre l’opera visiva di Maria Giovanna Cicciari, un film dedicato alla bellezza di una terra, posta in simbiosi alla grazia della donna amata, ideale di una maestà di spirito che s’incarna nelle seducente persona di Susette, punto focale della serenità greca che il poeta ricerca e decanta. La dedica a Diotima, figura classica che rappresenta l’amore ed il dolore di Iperione, indice di una bellezza classica che fiancheggia la grazia della purezza artistica ideale propria della cultura greca, si trasfigura in una simbiosi tra corpo, terra, anima e cultura, in un romanticismo narrato attraverso delle immagini che denotano gli aspetti più sentimentali della terra ellenica. Il viaggio si trasforma in lirismo incantato, uno spostamento dell’anima poetica sul lido greco, tra i resti di una cultura antica in decadenza, tra i resti di un’arte malridotta ma sempre seducente per i cuori che sanno ascoltarla, sensibili nel coglierla sotto le macerie di ciò che è stato e di ciò che sempre sarà. Attraverso le stampe contenute nel Voyage Pittoresque de la Gréce (1782) si apre il racconto, dalle acque smosse dal passaggio dell’imbarcazione, sulla scia di un sole morente che in esse si riflette, si elevano i primi versi. Le immagini iniziali che raccontano di un arrivo in movimento si strutturano in contraltare alle ultime, in una lenta panoramica circolare di un porto, sopra un’imbarcazione tra le acque calme, mentre scende la notte e mentre in lontananza si descrive scivolando all’orizzonte la terra e la città greca. Un film suggestivo d’intenti romantici, lirico e letterario, un’opera audiovisiva che si lascia sfogliare tra pollice ed indice, pagina dopo pagina, immagine dopo immagine, lettera dopo lettera, impressione dopo impressione, sentimento dopo sentimento.

Autore: Giorgio Sedona
Pubblicato il 03/08/2015

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