Pieces of a Woman

di Kornél Mundruczó

Il dolore spezzettato della perdita. Kornél Mundruczó dirige una strepitosa e intensa Vanessa Kirby.

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Il profumo di una mela è l’ultima traccia che Martha (Vanessa Kirby) conserva della sua perdita. Una tragedia con tutte le conseguenze che può avere, un lutto che si riflette nella città, con il passare delle stagioni e nel fiume che attraversa Boston, come fosse il custode di quel tumulto familiare. Pieces of a Woman è il dramma di una donna che deve sopravvivere al dolore per la perdita della sua bambina, ma è anche il percorso di accettazione e di liberazione dalle imposizioni esterne, sociali e familiari. 

Martha vuole fortemente partorire in casa, assistita dalla sua ostetrica di fiducia e dal suo compagno Sean (Shia LaBeouf). Per una serie di circostanze però, l’ostetrica viene sostituita da Eva (Molly Parker) che dovrà affrontare le complicazioni del parto.
La prima mezz’ora del film si regge su un lungo piano sequenza che mostra il travaglio di Martha e il parto. Kornél Mundruczó decide di seguire tutti i passaggi che la donna deve affrontare, la macchina da presa è vicina ai corpi ed entra così in un dramma familiare indelebile che porterà delle inevitabili fratture e vite sgretolate. Pieces of a Woman, scritto da Kata Wéber, compagna del regista, proviene da una pièce in continua evoluzione che nasce a sua volta dalle testimonianze di diverse donne che hanno subito la perdita dei propri neonati. Il film è diviso infatti in due atti, il primo costituito dalla sequenza del parto e il secondo che comprende tutto il blocco del film in cui Martha, Sean e la famiglia affrontano il lutto in ogni sottigliezza. Il titolo lo vediamo comparire proprio alla fine della sequenza del parto, quando la morte della piccola Yvette frantuma la protagonista e la donna diventa pezzi di donna, piccole parti di dolore.

Oltre alla struttura in due atti però, il film di Mundruczó procede in un’ulteriore suddivisione per date dei momenti che seguono la vicenda, ma soprattutto la tragedia viene mostrata e scandita dal passare delle stagioni che quasi riflettono il punto di elaborazione. L’arrivo dell’autunno con la morte, l’inverno e le sue gelate, punto massimo del dolore, la primavera con l’accettazione e infine l’estate con la rinascita e il fluire verso un nuovo ciclo vitale. Mundruczó realizza un dramma che da un lato ha una sua potenza nella forza espressiva della prima parte, con un esplicito riferimento al primo Cassavetes, dall’altro prosegue nel melodramma da impianto teatrale nel secondo atto, più vicino così a La sera della prima. Poi abbiamo le meravigliose performance attoriali di Kirby, LaBeouf, Parker e soprattutto di Ellen Burstyn che interpreta la madre di Martha, tutte superbe e indimenticabili. Ma nonostante questi punti così solidi e centrali, Pieces of a woman colpisce appunto nei piccoli pezzi. Nei dettagli e nei gesti degli personaggi, negli elementi che ritornano come il fiume, i semi di una mela, le piante da interno appassite e quelle rigogliose, gli occhiali di Eva, il cappello di Sean. Se tra le sequenze più significative troviamo quella del pranzo nel giorno del Ringraziamento, in cui tutto l’irrisolto di una famiglia viene a galla, tra le più penetranti e dolorose c’è sicuramente il tentativo di fare sesso da parte della coppia distrutta dalla perdita. I due protagonisti, goffi e arrabbiati, lottano l’uno contro l’altra nel tentativo di ricucire un rapporto ormai distrutto.

Pieces of a Woman riflette inoltre anche sul discorso di classe: Martha, raffinata di famiglia benestante, incasellata in certe dinamiche familiari che la vogliono perfetta e mai fallita; Sean, operaio, ex tossicodipendente e alcolizzato, più burbero e istintivo, umiliato dall'atteggiamento della madre di Martha, che non lo ritiene capace di affrontare economicamente la vita di coppia; Elizabeth, la donna privilegiata, ebrea, portatrice di memoria del dolore ma nonostante questo completamente risucchiata in un’élite arrogante. Solo la tragedia porta allo stravolgimento e all’evoluzione da quelle dinamiche: certa stanchezza nei confronti delle convenzioni e il dover dare agli altri ciò che si aspettano. Solo così Martha, rinunciando alla ricerca forzata di un colpevole, accetta la casualità della vita, si assume le proprie responsabilità ponendo l’ascia da guerra della vendetta contro la madre e abbracciando la perdita che si risolve nel nuovo eterno ciclo vitale.

Autore: Andreina Di Sanzo
Pubblicato il 18/01/2021
USA, CANADA 2020
Durata: 128 minuti

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