Galleria Sozzani / Fotografia Futurista

Tra fotomontaggi e sedute spiritiche: in mostra a Milano gli scatti dell'avanguardia italiana

La lunga estate calda di Milano non è segnata solo da Expo: tra le mostre che punteggiano la città, vale certo la pena fermarsi alla Galleria Sozzani che, per celebrare i suoi 25 anni, ospita oltre cento fotografie originali provenienti da collezioni private e da fondi storici (tra cui l’archivio dei Fratelli Alinari, il Museo del Cinema e della Fotografia di Torino, il Gabinetto Fotografico Nazionale di Roma, l’Archivio del ‘900 del Mart di Trento e Rovereto). Tra gli autori presenti ricordiamo almeno Fortunato Depero, Umberto Boccioni, Anton Giulio e Arturo Bragaglia, Elio Luxardo, Bruno Munari, Italo Bertoglio e Piero Boccardi.

Fotografia Futurista, curata da Giovanni Lista, è un viaggio di mezzo secolo nella storia della fotografia, un percorso che, partendo dalla fotografia spiritica dei primi del Novecento, ci conduce ai fotomontaggi e alle foto-performance nati in seno alle avanguardie europee. L’esposizione è articolata in quattro sezioni, che seppur idealmente distinte, procedono fluide e senza stacchi, non incastrando lo spettatore in un percorso prestabilito, ma permettendogli anzi di muoversi liberamente nella sala; sala mantenuta volutamente quasi grezza, a ricordo certo dell’originaria vocazione industriale dello spazio.

In prima battuta, Fotografia Futurista documenta il superamento della ricerca naturalista e il conseguente rivelarsi dell’immagine fotografica nella sua artificialità: ecco allora proposti esempi di fotografia spiritica, qui ben raccontata nella sua componente spesso ludica da alcuni originali di Francesco Negri. Non si dimentica il ritratto multiplo, effettuato con la camera a specchi, e i primi esperimenti di fotomontaggio: a darne prova, le fotografie di Umberto Boccioni.

Si corre poi verso il fotodinamismo dei fratelli Anton Giulio e Arturo Bragaglia, cui è dedicata la seconda sezione: siamo di fronte al contributo forse più significativo del Futurismo alla storia della fotografia. È con naturalezza che, ripercorrendone le vicende e i volti, ci spostiamo verso la terza parte del percorso, dedicata al fotoritratto: non più solo attestazione passiva della propria presenza, ma ormai foto-performance, vero e proprio modo di configurarsi e consegnarsi allo sguardo altrui, mediando la propria immagine attraverso l’autoironia e il travestimento. I soli autoritratti di Fortunato Depero e Bruno Munari valgono davvero l’intera visita.

Il nostro viaggio si conclude con la quarta sezione, che raccoglie testimonianza delle ricerche italiane degli anni Venti e Trenta, parallele a quelle delle avanguardie europee. Fotomontaggi, foto-collage, teatrini d’ombre e luci, che risemantizzano la nostra idea di natura morta, mostrando la posa in costume nella sua qualità di allegoria.

Un allontanarsi, in ogni senso, dal cono d’ombra del regime fascista.

Dedicare un momento a questa mostra, magari in una giornata un po’ pigra, è quasi d’obbligo. La semplice eleganza della Galleria Sozzani e della sua libreria, parte dello straordinario progetto di riqualificazione industriale che è Corso Como 10, conquisteranno anche chi vuole solo, per un momento, non ricordarsi di essere a Milano.

Autore: Giulia Belluco
Pubblicato il 25/07/2015

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