Far East 2015 / Helios

Azione e spionaggio internazionale in thriller sicuramente complesso ma incapace di mantenere un’efficace sospensione dell’incredulità.

Grazie ad un dirottamento aereo un ordigno nucleare di nuova generazione svanisce nel nulla. Il governo coreano si mette sulle tracce del trafficante d’armi Helios, che diverse fonti indicano come il responsabile dell’operazione. Tuttavia la sede della compravendita è fissata ad Hong Kong, una location che porta al coinvolgimento incrociato di servizi locali e cinesi, chiamati a collaborare con uomini coreani per recuperare l’ordigno ed evitare il peggio. Da qui inizia una girandola di agguati e tradimenti al cui centro resta sempre la bomba, il cui potenziale attira in causa diversi soggetti, dai servizi segreti di più paesi a terroristi di varie nazionalità. Una miscela esplosiva pronta a trasformare Hong Kong in un campo di battaglia.

Arrivati con Helios al loro secondo film, Longman Leung e Sunny Luk si sono già fatti notare con l’esordio Cold War, un complesso thriller d’azione che nonostante la sua verbosità ha raggiunto un grandissimo successo in patria. Dalla stessa ricetta nasce anche Helios, che cerca di unire intrighi internazionali e violenza urbana con un occhio di riguardo all’attuale situazione socio-politica che lega Hong Kong alla Cina. La presenza dell’ordigno nella ex colonia inglese infatti destabilizza l’intera regione, e in particolare rivela la tensione che lega le forze dell’ordine di Hong Kong al potere politico e militare cinese. Attorno a dinamiche di questo genere fiocca ripetutamente l’azione, che tuttavia non arriva mai a dominare la narrazione. A contraddistinguere i film di questi due registi è infatti lo spazio relativamente limitato che viene riservato alle scene action, che restano sempre delle parentesi all’interno di una storia fitta di personaggi e doppi giochi. Questa scelta rende il cinema di Leun e Luk altamente riconoscibile, tuttavia da qui sorgono anche diversi problemi, presenti in entrambi in film.

Anzitutto lo sbilanciamento tra azione e storia porta ad un eccessivo sviluppo della stessa: Helios è colmo di svolte e colpi di scena e contro-colpi di scena che perdono presto la loro credibilità. Inoltre questa focalizzazione rende a volte il film molto prolisso, didascalico, e quando esplode l’azione questa appare davvero poco plausibile se confrontata con il generale impianto realista della narrazione. Ma del resto anche nell’intreccio stesso Helios cade in dei vuoti di sceneggiatura imbarazzanti, che assieme a quanto detto in precedenza limano di molto la ricetta di questi due registi e l’efficacia del loro cinema.

Autore: Matteo Berardini
Pubblicato il 29/04/2015

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