Angry Birds - Il film
Cattivi si nasce, eroi si diventa: quando il gioco diventa un film e gli uccelli tirano fuori le unghie
Li abbiamo conosciuti sbirciando nei telefoni dei nostri vicini in metropolitana, ne conosciamo le fazioni perché in qualche modo sono ovunque, hanno invaso tutte le piattaforme digitali: gli Angry Birds dal gioco sono arrivati sul grande schermo.
Red, Chuck, Bomb e Terrence sono i protagonisti delle avventure di questi strani uccelli che non sanno volare e vivono felici nella loro isola di pace e serenità. Ma loro quattro non sono rilassati e tranquilli come gli altri: hanno problemi di gestione della rabbia. Si conoscono, infatti, ad un corso dedicato al controllo dell’ira, dove fra poesie, lezioni di Yoga e di pittura consolidano una bizzarra amicizia. Grazie alla penna di Jon Vitti, sceneggiatore veterano nel mondo dell’animazione (I Simpson – Il film; Alvin Superstar), i quattro protagonisti acquistano caratteri e personalità variegate e divertenti, diventando il centro della narrazione. Più che la storia dell’invasione dei maiali verdi (i “Piggies”), quello che diverte sono le dinamiche fra questi irascibili uccelli colorati. Red (Jason Sudeikis/Maccio Capatonda) con le sue grandi sopracciglia e la sua avversione alla compagnia, cinico e sarcastico; Chuck (Josh Gad/Alessandro Cattelan) scoppiettante e divertente, a lui appartengono le battute migliori e gli sketch più brillanti; Bomb (Danny McBride/Francesco Pannofino) un gigante di tenerezza pronto “letteralmente” ad esplodere non appena si agita e si innervosisce; infine Terrence (Sean Penn) anche lui un gigante di nervi da cuore tenero.
La finlandese Rovio Mobile insieme alla Sony, dopo aver prodotto la serie, è riuscita nell’impresa di trasformare uno dei più famosi giochi del mondo in un film d’animazione, senza touchscreen, interazione alcuna o la possibilità di spegnere l’app. La battaglia finale richiama le dinamiche del gioco, mentre per il resto della pellicola è lo strano mondo degli uccelli a catturare l’attenzione dello spettatore. La fisicità e la caratterizzazione dei personaggi è stata affidata ad una Character Art Director italiana, Francesca Natale, che ha trasformato piume in capelli, ali in braccia, criniere in acconciature. Ci sono citazioni ardite che strizzano l’occhio ad un pubblico più maturo (degne di nota le gemelline di Shining), anche se il film resta pensato e rivolto ad un pubblico molto giovane.
La scena iniziale che ricorda quella dell’Era glaciale, è una corsa folle, scatenata e rocambolesca che trascina lo spettatore e lo travolge nel mondo degli uccelli. Una comunità dei pennuti democratica e civile che venera la Grande Aquila (Mighty Eagle), e al cui comando c’è il giudice Beccazampa. Fra risate e spettacolarità, fra corse e battaglie, nel film la rabbia è un sentimento che se ben utilizzato può trasformarsi in una positiva determinazione necessaria per vincere qualsiasi sfida, riprendere le uova rubate o lottare nelle sfide quotidiane. L’ira può essere un motore fruttuoso, non solo per il giovane Red ma anche per la vecchia Aquila in esilio.
Come in Inside Out, Angry Birds evidenzia come tutti i sentimenti possano essere degli alleati quando ben utilizzati, se riusciamo a esserne padroni piuttosto che schiavi.
Gli eroi sono personaggi in bilico fra il politicamente scorretto e l’irriverente, gli uccellini dai grandi occhioni buoni sciolgono i ghiacci dell’Artico e la colonna sonora, benché ripetitiva, trattiene lo spettatore incollato alla poltrona. Insegna senza la retorica di Kung-fu Panda, e soprattutto ci avvisa di una cosa molto importante: mai fidarsi di “weirdo” maiali verdi!