Venezia 72 / Remember

Volgare operazione di semplificazione e spettacolarizzazione che abolisce qualsivoglia principio di complessità storica.

Flashback: Venezia 70, Future Reloaded. Tra i tanti corti prodotti per il 70° anniversario della Mostra si distingue quello folgorante di Atom Egoyan, forse la cosa migliore realizzata dal cineasta canadese dai tempi di Il Viaggio di Felicia. Come di consueto per l’autore, il corto riflette sul tema della memoria, aggiornandolo ai tempi del digitale e dei nuovi supporti di ripresa. Nel film si pone una questione fondamentale: non cosa filmare ma cosa conservare nel magma indistinto di immagini e ricordi stipati confusamente nei nostri database. Come facciamo a scegliere cosa cancellare? La soluzione più facile sarebbe trasferire i materiali in eccesso da un’altra parte, in una scheda di memoria, oppure su un pc. Con il risultato però di ritrovarci ben presto con un archivio che non consulteremo mai. E allora che senso avrebbe? Bisogna fare una scelta forte, anche se dolorosa. Senza esitazioni il regista si orienta su una breve clip realizzata ad una mostra del fotografo e regista olandese Anton Corbijn. Ecco la soluzione: filmare il filmato e cancellare l’originale. Insomma: la memoria (del futuro?) non passa più dall’archivio ma dalla stratificazione dell’immagine, che contiene al suo interno altre immagini e ricordi di altre visioni. Ipotesi tra l’altro non così lontana dal Jerzy Skolimowski di 11 Minutes, sebbene in quel caso la stratificazione porti ad una sorta di big bang, di grado zero dell’immagine e dell’archivio.

Venezia 72. “Risolta” la questione digitale, Egoyan torna all’uomo con il suo Remember, riflessione sulle amnesie e sui vuoti di memoria di un anziano ebreo affetto da demenza senile, che dopo la morte della moglie parte alla caccia del nazista che gli aveva sterminato la famiglia ad Auschwitz. Come fare a ricordarsi di sé, della propria vita, dei propri affetti ed infine della propria “missione”? Anche qui la soluzione è apparentemente semplice: scrivere una lettera che contenga tutte le informazioni necessarie. Aspetto di cui si occupa l’amico Max, fautore della vendetta. Ovviamente ci saranno sorprese e colpi di scena. Dopo Butterfly, cortometraggio di Venezia 70, Egoyan sposta dunque il suo raggio d’azione verso i “difetti” della macchina umana, i malfuzionamenti dell’archivio mentale, privilegiando i temi dell’oblio e dell’identità. Volendoci astrarre da ogni giudizio potremmo pensare a questo come ad una sorta di doppio biologico del corto precedente, dove si completa il percorso teorico attorno al processo mnemonico: il ricordo come presupposto necessario di ogni scelta d’archiviazione, conservazione e diffusione del fatto storico. Probabilmente la madre di tutte le questioni storiche e filosofiche del nostro tempo. Per farlo il regista canadese di origini armene utilizza un discutibile plot di genere, tra il thriller ed il revenge movie, e soprattutto un tema forte come l’Olocausto, evidente pretesto per considerazioni di carattere più generale sui genocidi, le diaspore, le persecuzioni. Insomma si scrive Olocausto ma si legge (anche) Armenia. Una questione che lo riguarda molto da vicino. Il problema però è l’ambiguità con cui il regista inscrive dentro i meccanismi del genere un argomento tanto delicato e sofferto, non facendosi alcuno scrupolo nell’utilizzare personaggi e situazioni al solo scopo di stupire lo spettatore e colpirlo nei punti più sensibili. Ed è in fondo questa la colpa più grave che imputiamo al regista: l’essersi dimenticato completamente dell’uomo, dell’umano, trattato come fosse una marionetta, o peggio come un semplice ingranaggio nella macchina narrativa, sfruttandolo per una volgare operazione di semplificazione e spettacolarizzazione che abolisce qualsivoglia principio di complessità storica. Come se appunto, nulla fosse cambiato rispetto a Butterfly. Da una macchina (fotografica) ad un’altra. Ricorderemo questo film come una delle visioni più agghiaccianti degli ultimi anni.

Autore: Giulio Casadei
Pubblicato il 11/09/2015

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