Venezia 72 / Italian Gangsters

Tentando una sovversione del gangster movie, Renato De Maria torna a ricomporre vicende di cronaca nera della recente storia italiana

Dopo La prima linea (2009), trasposizione cinematografica delle gesta d’armi e d’amore dell’ex terrorista, odierno scrittore Sergio Segio, il regista Renato De Maria torna a ricomporre sul grande schermo vicende di cronaca nera della recente storia italiana. Presentato nella sezione Orizzonti della 72ma edizione della Mostra del Cinema di Venezia,Italian Gangsters dà voce e volto ai componenti di certe bande armate(Pietro Cavallero, Ezio Barbieri, Paolo Casaroli “il Dillinger bolognese”, per citarne alcuni) di stampo schiettamente delinquenziale, anziché militanti sull’estremo fronte politico, che dal secondo dopoguerra sino agli anni settanta, misero a ferro e fuoco Milano, Torino, Bologna, in un’inarrestabile escalation di rapine, assalti ai blindati e scontri con le forze dell’ordine.

Del gangster movie d’ispirazione storiografica nostrano (Michele Placido docet coi suoi Romanzo criminale e Vallanzasca - gli angeli del male) De Maria non conserva, voglia o meno, l’enfasi pop tanto nel titolo, quanto nelle atmosfere sottese, funzionali al coinvolgimento spettatoriale, pur tentando programmaticamente una sovversione del genere.

Trattasi, infatti, di contaminazione tra documentazione d’archivio e repertorio, ove il meta-finzionale aggiunto è reso da interpretazioni teatrali ad hoc di attori-testimonianze, attori-citazioni, non esclusivamente autobiografiche, rifacimento di un immaginario d’inchiesta comune, cui il miglior referente resta ancora quel cinema dell’Impegno che fu, Petri su tutti, e De Maria non si esime da attingerne a piene mani, così come dal miglior poliziottesco, per dare consistenza alla sua narrazione. Monologhi di parole e sguardi, stretti in camera su fondo nero, identikit noti per le questure italiane, cui le performances cercano di marcare l’ego, scavarne, scovarne la personalità. Infanzie difficili e consumate dalla miseria, che trovano sedicente paternità ideale nel mito partigiano, nella spavalderia e nella rabbia delle borgate operaie di periferia, nella deriva utopistica della lotta di classe. Rivalsa violenta e via vai dalle carceri a seguire. Finché per qualcuno una pallottola è morte nella piazza omertosa, oppure agli antipodi, per altri la fine di una condanna e una sopraggiunta quiete coniugale, segnano l’inizio di una carriera artistica acclamata. Quantunque rimossa l’attrazione scenografica vintage, l’A-contestualizzazione dei periodi irrisolti della storia contemporanea resta la lacuna ricorrente di chi oggi, quali che siano le intenzioni, si imbarca nell’impresa di portare alla conoscenza o alla memoria del ricambio generazionale fantasmi latenti, sovente seppelliti dagli stessi focolai mediateci che li hanno animati.

Scegliendo il linguaggio cinematografico più straniante, De Maria (che sa bene anche di fiction per la Tv) non riesce purtroppo ad evitare il cliché di una trasposizione che si ammanta di veridicità per farne poi solo un’ottima sceneggiatura, anziché affrancarsi dal già visto empatico e offrire allo spettatore un corto circuito lucido di riflessione, su ciò che deve essere stato una tragica guerrilla, da elaborare come un lutto pubblico, il lutto civico e morale. La responsabilità della scelta personale tra bene e male è l’insondabile mistero della ragione umana, certo, ma da un cinema che si assume la responsabilità di riaprire determinate cicatrici nel corpo sociale, con cognizione di causa, ci si attenderebbe molto di più della fascinazione catartica e senza giudizio per l’anti eroe; ci si attenderebbe la sempre auspicabile problematizzazione argomentata, che non si adagi necessariamente sulla focalizzazione motrice interna, (in)Soggettiva, o simili escamotage, per imbrigliare l’orizzonte di senso ad una indiscutibile univocità. È possibile senza abdicare all’emozione? Si! Lo aveva già esemplarmente dimostrato Francesco Rosi col suo atipico bandito di celluloide nel 1961.

Autore: Carmen Albergo
Pubblicato il 04/09/2015

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