La stanza delle farfalle

Barbara Steele, la scream queen per eccellenza, torna in un ineccepibile thriller dalla struttura a puzzle.

"Certo bisogna farne di strada

da una ginnastica d’obbedienza

fino ad un gesto molto più umano

che ti dia il senso della violenza

però bisogna farne altrettanta

per diventare così coglioni

da non riuscire più a capire

che non ci sono poteri buoni"

Fabrizio De André

Nel 2010 Rai Cinema crea il progetto Web Movies che viene presentato al pubblico nel 2012. Si tratta di dieci film di genere, diretti principalmente da registi giovani e nati per testare le potenzialità distributive della rete. Un paio li avevamo già recensiti (La santa e Aquadro), gli altri (True love, Circuito chiuso, Happy days motel, Andarevia, Neverlake, Fairytale, L’ultimo weekend e The president’s staff) sono qualitativamente altalenanti, come d’altronde è normale che sia. Ciò non toglie che l’iniziativa in sé è encomiabile in quanto si allontana dagli stereotipi che vogliono i soldi pubblici ai soliti noti e persi in polpettoni d’autore che nessuno mai vedrà. In più il Gruppo Rai mette a disposizione i film gratuitamente sul proprio sito andando incontro a tutti quegli spettatori che sono sempre stati diffidenti nei confronti dell’odierno cinema di genere italiano e quindi restii a pagare di tasca propria per la visione. Ad oggi i titoli offerti dalla pagina Web Movies sono saliti a quindici con Mare nero, Itaker, An episode in the life an iron picker, Le piccole idee e La stanza delle farfalle. Quest’ultimo è il film che tutti dovrebbero vedere.

A dirigerlo è il Gionata Zarantonello che nel 2000 aveva esordito con Medley - Brandelli di scuola. Tra i due film c’è di mezzo l’abisso, almeno stilisticamente parlando. Se il primo poteva tranquillamente essere definito amatoriale, quest’ultimo è tecnicamente ineccepibile. Un punto di comunanza però esiste: la critica al potere e in particolare all’istruzione. Mentre Medley descriveva gli anni del liceo come una guerra del tutti contro tutti, The Butterfly Room punta il dito contro la maternità e un’educazione severa. A differenza però del secondo lungometraggio di Zarantonello, Uncut - Member only, interamente centrato sul pene del pornoattore Franco Trentalance, il suo nuovo giallo ruota intorno al genere femminile in un campionario di personaggi che attraversano tutte le fasi dello sviluppo e del decadimento. Protagonista della vicenda è l’anziana Ann (Barbara Steele), collezionista di farfalle. Un corrispettivo in rosa dell’impagliatore Norman Bates, dove la passione per i delicati insetti è un surrogato dell’ossessione verso l’infanzia. Il senso di possesso prende il sopravvento in Ann quando si imbatte nella giovane Alice (Julia Putnam), un’adescatrice di donne sole con irrefrenabili pulsioni materne.

Immagine rimossa.

La ragazza è in tutto e per tutto una prostituta e la pornografia non si cela nel sesso ma nella bramosia del comando e dell’imposizione. Nel loro rapporto sadomasochistico non è chiaro chi, tra Ann e Alice, sia il polo autenticamente negativo. Entrambe le donne appaiono detestabili e, a essere sinceri, nemmeno gli altri personaggi coinvolti nella vicenda risplendono. Come ogni thriller che si rispetti, anche The Butterfly Room ha una struttura a puzzle, dove la frammentarietà di ogni tassello si incastra con gli altri per cedere, solo in chiusura, all’organicità del quadro e trovare così una risposta alla domanda che ci si è posti fin da subito: cosa si nasconde nella stanza delle farfalle?

Alla realizzazione del proprio film, Zarantonello ha dedicato un decennio. Nel 2000 è partito da un cortometraggio e un romanzo, entrambi intitolati Alice dalle 4 alle 5, e nel 2010 è approdato a Los Angeles per le riprese che hanno coinvolto gran parte del gotha dell’horror e del thriller internazionali: volti che di per sé sono citazioni, icone nelle cui filmografie confluiscono i capisaldi del mistero e della paura. Un lavoro veramente ben fatto. Tutto ciò che rimane da augurarci è di non dovere attendere altri dieci anni per godere nuovamente di un’esperienza simile.

Autore: Mattia De Pascali
Pubblicato il 18/04/2015

Articoli correlati

Ultimi della categoria