Mr. Robot / Premiere

“Perché la società ti delude in questo modo?” - “Non saprei. Forse perché pensiamo tutti che Steve Jobs fosse un grand'uomo anche dopo aver saputo che ha fatto miliardi sulle spalle di bambini?”

AAA primario network televisivo degli Stati Uniti cerca spettatori per nuovissimo progetto seriale in espansione. Si richiede conoscenza di base delle principali teorie cospirazionistiche attuali, unitamente a diagnosi refertata e documentabile di paranoia o personalità bipolare. Si richiede altresì presenza invasiva ma occulta sui principali social, conoscenza informale del sistema operativo Linux e padronanza dei rudimenti dell’hackeraggio. La lettura dell’opera omnia di Chuck Palahniuk, non indispensabile, sarà comunque valutata positivamente in fase di assegnazione crediti.

Tranquilli, questo non è un fake né un annuncio civetta, nemmeno un messaggio in codice dei servizi segreti, è la sfida che USA Network ha appena lanciato al pubblico televisivo americano e attraverso esso a noi tutti, che siamo sì onnivori di serie tv ma ci illudiamo di far parte di un cluster, o di essere noi stessi il cluster, per cui sorbiamo proni prodotti che già in nuce soddisfino le nostre limitate capacità mentali. Ho detto fake, sì, ho detto cluster, e voi dovete sapere di cosa parlo, così come dovete sapere che cosa sono i permessi di root, i file di log, l’encrittazione, i protocolli, la tastiera qwerty, il crash di sistema, le directory, il prompt, l’MS-Dos, l’MDMA. Se non lo sapete non preoccupatevi, guardate Mr. Robot e siate deferenti come davanti ad un tutorial su youtube.

Mr. Robot è la storia di Elliot (Rami Malek, promessa del cinema già in Una notte al museo, Short Term 12 e soprattutto The Pacific), sociopatico agorafobico bipolare, addetto alla cybersicurezza di giorno ed hacker giustiziere di notte.

Camicia da mormone al lavoro (vincolo di dress code), nel tempo libero incappucciato come Eminem, o come Tom Cruise in Minority Report, Elliot l’antieroe si muove goffo nel mondo reale ma felino nel mondo virtuale, piccolo Grande Fratello che ruba identità segrete, password, permessi di accesso, dati morbosi pruriginosi inconfessabili. Da diurno è a New York City, lavora alla sicurezza informatica della E-Corp, madre degenere di tutte le multinazionali (E-corp come Evil Corp), piovra di men in black che controllano la finanza quindi tutto e comandano e decidono e condannano, da notturno è operativo su Coney Island, si limiterebbe al piccolo cabotaggio onanistico autoreferenziale, chessò, un pedopornografo da denunciare, un marito fedifrago da disvelare, il fidanzato dell’amica da sbugiardare, cose così, non fosse che le sue skills informatiche attirano una onorata società, fantasmatica e anonima tra gli anonymous.

Al comando di questa società, si chiami essa F-Society o Mr. Robot, c’è Christian Slater novello Guy Fawkes, in testa ha l’idea meravigliosa di distruggere il sistema pezzo dopo pezzo, di eliminare il problema del debito pubblico spingendo il tasto delete – destoy – nei server infettati del nemico. V per Vendetta, attraverso V per Virus. L’eterna lotta tra bene e male si gioca uomini contro uomini, ma quelli cattivi sono freddi impalpabili calcolatori (computer?), macchine biologiche, c’è quindi puzza di Matrix e di Neo e di Morpheus e di risveglio da una vita sedata in coma apparente, solo che la scelta non è una pillola, è la dose di morfina che Elliot si propina per deambulare, o le metanfetamine che si introietta per fornicare. È che, stringi stringi, per chi ha il male di vivere la droga è pane quotidiano, come lo era per il Dr. Thackery (Clive Owen) di The Knick, riferimento non casuale, lì e qui tossici che si muovono sulle note del medesimo sintetizzatore, Tangerine Dream 2.0 già in Drive e Spring Breakers, pregevole colonna sonora di Mac Quayle.

L’episodio pilota di Mr. Robot è diretto da Niels Arden Oplev, danese sconosciuto ai più, autore del mirabile e premiatissimo Kapgang. La storia è scritta da Sam Esmail, già regista di Comet, ma soprattutto nato ad Hoboken nel New Jersey, lo stesso paese che ha dato i natali a Frank Sinatra e Pia Zadora, se si parla di gomblotto deve essere tutto connesso, o forse no. La prima stagione si svilupperà in 10 puntate, non se ne conoscono i registi né i titoli, di certo c’è che il pilota è perfetto nella presentazione dell’intreccio, la germinazione dei personaggi, la fascinazione della suspence, pur osando parlare e muoversi in territori cibernetici incogniti. Ora mi rivolgo a tutti coloro che siano giustamente incuriositi ed interessati dalla visione: astenetevi dal formulare la solita domanda, dove si possa trovare questo pilota, il 27 maggio scorso è andato in onda in tv su Usa Network ed è disponibile in rete su Xfinity On Demand, USANetwork.com, the USA Now App, Hulu, YouTube, iTunes, Amazon Instant Video, Google Play, Vudu, XBOX Video, PlayStation Video, and M-GO. Se non sapete come fare a vederlo, vi faccio scalpare da una tribù incazzata di nativi digitali.

Autore: Dikotomiko - d…
Pubblicato il 26/06/2015

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