I rec u

La fantasia di Sfascia è fuori mercato e nemmeno Terry Gilliam può salvarla

"Se stai sognando è perché stai dormendo ed è ora di svegliarsi"

Può capitare di recensire un film invecchiato di tre anni quando la sua distribuzione arriva con notevole ritardo. È accaduto con I rec u di Federico Sfascia che precedentemente si era visto solo in alcuni festival. La sua inaccessibilità alle sale cinematografiche non sorprende, anche se negli ultimi tempi qualcosina sta cambiando. Discorso diverso invece per il mercato home video dove è ormai reperibile di tutto, anche prodotti che rasentano l’amatoriale. Detto ciò, solamente un ingenuo può credere che se il film di Sfascia non ha trovato un canale distributivo è una questione di qualità. Molto più probabilmente il problema è l’originalità: ovvero il non allinearsi alle mode di mercato e lo spiazzamento che ne deriva. A porre rimedio a tale ingiustizia ci hanno pensato i Licaoni, che di I rec u sono anche coproduttori, con il progetto Nuovo Cinema YouTube. Dal 24 settembre il film è infatti visibile gratuitamente sul loro canale tubolare.

Scrivendo in tutta franchezza e rammentando che si tratta sempre di un parere personale, il titolo vero e proprio non ha un grande appeal per il modo giovanile in cui è riprodotto, dove la scritta rec è sostituita dal pallino rosso della registrazione e con poche modifiche può mutarsi nel cuore del più comune "I love U". Qualsiasi amante del cinema di genere più estremo storcerebbe il naso davanti alle minacce di buoni sentimenti e metacinema, specie se a garantire sulla dignità del prodotto non c’è alcun nome noto. Anche a visione cominciata ci si mette un po’ a dare fiducia al quasi esordiente Sfascia, ma una volta abbandonati completamente i pregiudizi la visione ha qualcosa di miracoloso. Molto più della Madonna a Lourdes. I rec u parte da un’idea bizzarra, com’era per la maggior parte dei film negli anni Ottanta o com’è tuttora per molti manga e in generale per la cultura nipponica. Non ha alcun senso tentare di giustificare razionalmente e scientificamente una fantasia quando si tratta, appunto, di narrazione fantastica. In questo caso Neve, il protagonista della storia, non è in grado di mettere a fuoco i volti femminili e ciò gli causa delle convulsioni.

Immagine rimossa.

Per rimediare a tale inconveniente il dottore Therieux (interpretato da Terry Gilliam) gli consegna dei particolari occhiali da vista con un’ottica cinematografica in sostituzione della lenta destra. Attraverso tale marchingegno Neve può documentare la sua vita in prima persona (ma attenzione, fortunatamente il film non è girato in POV!). Tutte le immagini da lui filmate confluiscono, anacronisticamente, in caterve di vhs. Ed è proprio sul parallelismo col nastro magnetico che I rec u basa la sua filosofia al punto da trascinare i protagonisti in un mondo parallelo fatto di strisce magnetizzate e di mostri che stanno ai videoregistratori come i Transformers stanno alle automobili. Nonostante l’abbondare di videocassette, I rec u non è tanto un film sul cinema, quanto sui film mentali. Difatti, l’amore narrato non è quello idilliaco che un titolo sdolcinato fa temere. Anzi, all’opposto, ne è la critica. Neve rappresenta il tipico adolescente sfigato che tende a invaghirsi e canonizzare qualsiasi ragazza gli passi davanti. La sua visione astratta delle relazioni sentimentali è nociva e autodistruttiva. Per comprenderlo non bastano gli insegnamenti del fratello maggiore, Max, un adorabile finto macho in stile Johnny Bravo. Neve dovrà sbatterci la testa più volte.

Al di là del fatto che finalmente un film indipendente non ha nulla da spartire con altri titoli di maggior successo, che è provvisto sia di una trama che di un messaggio, entrambi chiari, che ha fantasia da vendere a Tim Burton, che ha un’ironia non da tutti e dei dialoghi brillanti (a volte forse un po’ lunghi e troppo filosofeggianti ma nel complesso funzionali), I rec u è un’esperienza piacevole oltre ogni aspettativa. A ripensarla a distanza di giorni la si ricorda più simile alla lettura di un fumetto che alla visione di un lungometraggio e non c’è da sorprendersi, sapendo che Federico Sfascia viene proprio da quel mondo. In attesa del suo prossimo film, Alienween, sogniamo un’edizione blu-ray, magari accompagnata dal primo lungo, Beauty full beast, dai corti e dai videoclip. Non svegliateci.

Autore: Mattia De Pascali
Pubblicato il 30/09/2015

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